STANNO DISTRUGGENDO I CENTRI DELL'IMPIEGO, USB LO IMPEDIRA'
Confusione, scollamento, impreparazione sono le parole che ci vengono in mente in questo momento.
Da lunedì 27 giugno scatta la nuova normativa regionale in attuazione della “riforma” del mercato del lavoro introdotta dal Jobs Act. I principi del D.Lgs 150/2015, come noto, prevedono che i centri per l’impiego svolgano, per conto della Regione, le funzioni e i compiti in materia di politiche attive del lavoro, nell’ambito di un sistema che comporterà sempre più un allargamento della presenza dei privati nella gestione dei servizi.
E sappiamo fin troppo bene la fine ingloriosa che fanno i servizi quando intervengono i processi di privatizzazione.
USB, non solo denuncia il chiaro fallimento del Jobs Act, che è sotto gli occhi di tutti, ma anche le modalità concrete con cui oggi i nostri centri per l’impiego saranno costretti ad attuare le nuove disposizioni. Modalità che causano ulteriori e pesanti disagi all’utenza e ai nostri colleghi. Infatti le nuove normative entrano in vigore nella totale mancanza di informazione per i cittadini utenti, mentre le lavoratrici e i lavoratori dei nostri Centri per l’ìmpiego, che non hanno potuto ricevere un’adeguata formazione (forse anche per la confusioni che regna sovrana ai vertici) saranno come sempre in prima linea (“ci metteranno la faccia”, si dice così) a dare assistenza e spiegazioni, compito che espleteranno come sempre con grande professionalità e impegno, agli utenti. I quali, percettori o meno di assegno di disoccupazione, saranno praticamente invitati da lunedì a tornare a casa per registrarsi obbligatoriamente, con tanto di indirizzo email, su un portale internet regionale dei centri per l’impiego, denominato “Mi Attivo”. E solo successivamente verranno convocati dal Centro.
Insomma, tanto per dirne una, se non hai un account sei tagliato fuori! Sono facilmente immaginabili le difficoltà cui andranno incontro, in particolare, diverse fasce di nostri utenti, che oggi trovano nei centri per l’impiego punti di riferimento abituali e affidabili.
In questa situazione caotica i lavoratori in appalto del Consorzio Motiva saranno ancora una volta chiamati a supportare, in ragione di una volontà superiore a loro estranea, questa controriforma lavorativa, per poi avere, tra alcuni mesi, il benservito. Senza che, ad oggi, sia stato dato loro alcun riconoscimento professionale; senza che sia stata data loro alcuna certezza sul futuro lavorativo."
Sono evidenti in tutto questo le responsabilità della Regione, della sua dirigenza, ma anche di quella della Città Metropolitana e del suo Sindaco (non pervenuto, naturalmente).
Sullo sfondo più generale di quello che sta accadendo, è chiaro il fallimento del Jobs Act, che è sotto gli occhi di tutti, malgrado la boriosa e sempre più frustra retorica del Presidente del Consiglio: il disoccupato è oggi totalmente abbandonato a se stesso, gli sgravi contributivi previsti per le assunzioni ci sono costati una montagna di soldi, miliardi di euro regalati alle imprese, che se fossero stati investiti in vere politiche attive del lavoro avrebbero portato ad uno scenario diverso.
Oggi invece abbiamo licenziamenti facili, meno tutele, contratti precari e di breve durata, un nuovo precariato di massa, altro che occupazione.
Le scelte del Governo Renzi, voluto dai poteri forti, provocano solo disastri nel tessuto sociale e disparità tra i lavoratori.
Riprenderci i diritti che sono stati cancellati in questi decenni è l’obiettivo prioritario di USB.
Dopo 6 anni di blocco, riprendiamoci il contratto, togliendolo dalle mani del Governo e dei suoi compari, per riconquistare diritti e salario!
RIMETTIAMO IL SERVIZIO PUBBLICO AL CENTRO DEL PAESE E INSIEME
COSTRUIAMO LO SCIOPERO GENERALE DEL 23 SETTEMBRE.
Mandiamoli a casa !!!
USB il sindacato dei lavoratori.
USB-PI Città Metropolitana
USB Lavoro Privato :lavoratori in appalto presso i CPI.
Genova 26-6-2016