Terni. Casa di riposo: MAI PIU', ma non basta!

Terni -

Riceviamo e pubblichiamo un volantino-comunicato di commento e di analisi sulle vicende degli anziani maltrattati in una casa di riposo del ternano, fatto salvo il definitivo accertamento delle responsabilità individuali da parte dell'autorità giudiziaria.

 

MAI PIU'



La cronaca locale di questi giorni racconta una storia di "ordinario orrore" che nessuno vorrebbe mai fosse stata scritta.



Uomini e donne, indifesi e senza voce, che subiscono umiliazioni, degradati al rango di cose.


Carcerieri aguzzini che si sfogano su persone inermi.



La deplorazione e la condanna è unanime e vibrante: singoli ed Istituzioni proclamano un "mai più".


Ma non e' sufficiente. Occorre andare oltre lo sdegno e la condanna e verificare se si è fatto tutto quello che doveva essere fatto.



Familiari che vivono il peso di difficoltà sociali ormai diffuse, generate ed aggravate dalla crisi e dal distacco delle Istituzioni pubbliche che soffrono, anch’esse, dei pesanti tagli ai trasferimenti per il sociale decisi dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni.



Molto spesso i servizi per la non autosufficienza, le disabilità sono "delegati": dal pubblico a soggetti privati, che a loro volta delegano, ad altri soggetti.
In questo caso, la casa di riposo, la proprietà che ha delegato ad una "cooperativa".


Il tutto in uno straordinario scaricamento di responsabilità.


"Io non sapevo", "erano altri che se ne occupavano".



Occorre rimettere insieme i fili della responsabilità solidale.



A partire dalla Regione, dal meccanismo di accreditamento; passando per la Asl ed il Comune, con le necessarie verifiche e controlli periodici.
Verificando le condizioni anche di lavoro degli operatori, perchè dove c'è sfruttamento, degenerano le condizioni di vita di tutti, lavoratori ed ospiti.



Ma occorre, prima di tutto, capire quanto si vuole investire in spesa sociale.



Il territorio di Terni è da tempo soggetto/oggetto di una "rimodulazione" del sociale che ha prodotto risultati negativi.


Ecco perché sorprende molto la presa di posizione di alcuni sindacati che nulla hanno fatto per opporsi concretamente negli ultimi 3 anni ai tagli indiscriminati effettuati all’assistenza domiciliare nel ternano e che ora esaltano il valore e l’utilità sociale di questo servizio essenziale.



Si abbia il coraggio, tutti i soggetti interessati, di aprire un confronto trasparente che metta al primo posto i diritti e le condizioni materiali degli utenti dei servizi e degli operatori che vi operano.


E, con la dovuta sobrietà "contabile", si tenga conto che i pareggi di bilancio non possono essere solo quelli finanziari, ma prima di tutto quelli sociali, che ridiano dignità a chi ha lavorato tutta una vita ed ha diritto a chiuderla nella maniera più dignitosa possibile.

Terni, 11 luglio 2013