USB: C’è qualcosa di nuovo oggi nei S.E.C., anzi di antico … e preoccupante
Ormai non solo gli addetti ai lavori e le famiglie direttamente interessate, ma tutta la città sa delle difficoltà enormi in cui versano i Servizi Educativi Comunali.
Il personale a tempo indeterminato è molto ridotto di numero rispetto alle reali necessità: sia a causa del divieto di assumere derivante dal default del Comune sia, già dal 2015, per precisa scelta della politica e della dirigenza, quando attraverso il loro depotenziamento si facilitò la possibilità della chiusura, lasciando così campo libero al privato.
È così che dal 2017 è diventato pressoché impossibile avere una sostituzione e, sempre più spesso, nei S.E.C. si supera il rapporto massimo di legge, tra educatori e bambini.
Come l’anno scolastico passato, anche questo ha visto un utilizzo ridotto dei posti a disposizione per nuovi ingressi, il che ha comportato di nuovo una mancata risposta a molte delle famiglie che hanno presentato richiesta di iscrizione.
Per di più, all’inizio di questo anno scolastico, si è tentato di tenere nascosto in maniera anche maldestra, che la richiesta di autorizzazione ad assumere inviata al Ministero non era stata corredata con i documenti necessari, causando un blocco delle assunzioni che, insieme alle figure di sostegno ed alle supplenti, ha coinvolto anche le stabilizzazioni del personale precario.
Nonostante le grandi criticità, per oscure ragioni la direzione non ha voluto utilizzare il personale che si occupa dei laboratori, insegnanti a tutti gli effetti, che dall’inizio dell’anno scolastico ha svolto meno di una decina di incontri laboratoriali. Si è preferito invece, già nella seconda settimana dalle attività scolastiche, adottare la chiusura anticipata di una scuola, creando difficoltà alle famiglie, anche perché comunicata il venerdì per il lunedì successivo.
Ed ancora, non si è voluto cercare di utilizzare un residuo di quasi 200 ore di supplenza dello scorso anno, con le quali si sarebbe potuto dare una risposta più adeguata alle famiglie e al personale in un momento delicato come quello degli inserimenti di inizio anno scolastico.
Poi lunedì 28, magicamente, dal cilindro è uscita una soluzione: in un nido con personale più decimato del consueto, viene inviata, come supplente, una educatrice dipendente di una cooperativa, “pescata”, probabilmente, tra il personale di uno dei centri per bambini e bambine dove, da sempre, opera personale comunale coadiuvato da personale della cooperativa.
Questo fatto, riporta alla mente la proposta, più volte presentata negli anni passati, di rinunciare ad una graduatoria comunale a cui attingere per le sostituzioni ed utilizzare il personale delle cooperative, nella convinzione, peraltro errata, che si producesse un risparmio. Tale proposta è stata sempre respinta dai sindacati perché causa un inaccettabile dumping contrattuale e segna l’inizio di una privatizzazione strisciante che con l’atto odierno potrebbe avere sicura attuazione.
Per questo, visto che come diceva qualcuno, a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, l’USB chiede chiarezza politica e gestionale: l’utilizzo odierno di personale della cooperativa per le sostituzioni, è da considerare come soluzione una tantum, oppure si è arrivati a fare una scelta diversa e diametralmente opposta rispetto alle dichiarazioni sfavillanti fatte dall’assessore nei mesi scorsi?
USB P.I. Comune di Terni
Terni 29 ottobre 2019