USB CITTA METROPOLITANA ROMA: MICROCLIMA E FINESTRE
Come acquistare un grattacielo da 263 Milioni di euro con le finestre che non si possono aprire.
Come organizzazione sindacale sappiamo bene che le finestre dei grattacieli di New York, dopo una certa altezza, non si possono aprire. La loro apertura porterebbe ad un’alterazione della distribuzione dei carichi della struttura dell’edificio, a seconda della direzione del vento (ed a Manhattan ce n’è proprio tanto, non dimentichiamoci che si tratta di un’isola battuta dal vento oceanico!). Inoltre, a quelle altezze, sempre per via della pressione, non possono essere utilizzati impianti di riscaldamento ad acqua: questo vuol dire che che caldo e freddo vengono generati esclusivamente con climatizzatori ad aria. Aprire le finestre sarebbe eccessivamente costoso.
I continui Divieti di apertura delle finestre delle stanze degli uffici siti in Via Ribotta, stanno generando, tra i lavoratori dell’Ente della Città Metropolitana di Roma, parecchio sconcerto ed indignazione, soprattutto perchè non è così garantito il ricambio di aria e la gestione del microclima interna è problematica.
Il nostro grattacielo non è certo costruito in un luogo battuto da venti oceanici e raggiunge un'altezza massima di soli 120 metri, a differenza di quelli americani che partono da 300 - 400 metri, per non parlare di quelli di Dubai che arrivano a 800 metri.
A rigor di logica, visto che la nostra nuova sede è stata acquistata con finestre apribili in tutti i piani, non raggiunge altezze troppo elevate e non è costruito in zona con venti oceanici, il divieto di apertura delle finestre, con relativa chiusura a chiave, non dovrebbe essere sancito.
Ma allora quali sono i veri motivi del divieto? Ci sono problemi strutturali degli infissi? Oppure l’impianto che dovrebbe garantire il ricambio di aria e mantenere un microclima adeguato non è sufficientemente potente per lavorare a finestre aperte?
La motivazione ufficiale dell’amministrazione è che il divieto è scaturito dall’esigenza di evitare la caduta di oggetti dall’alto che provocherebbero danni a cose o persone, e che solo il personale autorizzato può aprirle, in caso di necessità.
Evidentemente qualcuno accomuna i dipendenti di via Ribotta ai ragazzini della famosa serie Tv “simpatiche canaglie”, che erano sempre pronti a fare danni e dispetti di ogni genere, e pensa che i lavoratori della Città Metropolitana di Roma non siano meritevoli nemmeno di un momento d’aria, cosa che si concede anche al peggior detenuto.
Francamente questa situazione non può andare avanti in questo modo, l’amministrazione è latitante, non fornisce la documentazione riguardante la sicurezza del nostro luogo di lavoro. È stato chiesto più volte il documento di valutazione rischi da parte dei nostri RLS e non è stato fornito, sono state richieste le varie misurazioni del microclima interno e sono state fornite due paginette indecifrabili. Inoltre siamo al corrente che qualche finestra si è danneggiata.
Non per ultimo denunciamo l’atteggiamento intimidatorio di qualche dirigente nei confronti di lavoratori che avrebbero tentato di aprire le finestre, minacciando la sanzione disciplinare in caso di reiterazione del gesto. Come al solito, le responsabilità di chi ha portato avanti una discutibile compravendita dell’immobile, costruito con materiali discutibili, per svariati centinaia di migliaia di euro, ricadono sulla pelle dei lavoratori.
L'Unione Sindacale di Base, da sempre in prima linea sulle tematiche inerenti la sicurezza dei luoghi di lavoro e le migliorie per il benessere dei lavoratori, chiederà formalmente all’amministrazione e ai consiglieri delegati, un incontro specifico sul tema della sicurezza del palazzo, in cui venga consegnata la documentazione tecnica di finestre e del sistema microclimatico, riservandosi di farla controllare agli organi deputati all’ispezione ed al controllo dei luoghi di lavoro.
Continueremo a tenervi informati…
USB IL SINDACATO AL SERVIZIO DEI LAVORATORI
Roma 16 febbraio, 2017
USB P.I. ENTI LOCALI
Città Metropolitana Roma