Venezia. Assistenza sociale: La rana e lo scorpione

Venezia -

Uno scorpione doveva attraversare il fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana di farlo salire sulla sua schiena e portarlo sull'altra sponda. La rana inizialmente rifiutò per paura di essere punta mortalmente durante il guado, ma poi si lasciò convincere dallo scorpione che promise di non pungerla perché altrimenti sarebbe morto affogato anche lui. Così la rana, convintasi della sensatezza dell'obiezione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso, e capì di essere stata punta. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese allo scorpione perché si fosse comportato così irrazionalmente. "Perché sono uno scorpione..." rispose l’altro, "E' la mia natura".


Questo apologo ci fa pensare alla politica del Comune di Venezia che ha ridotto le risorse ai servizi sociali come l’assistenza domiciliare, scolastica e ai minori. In questo caso la rana è  rappresentata dai cittadini che in questi anni si sono messi sul groppone questi amministratori auspicando e ritenendo che i Servizi sociali e le prestazioni sarebbero rimaste se non migliorate.


Parafrasando l’apologo della rana e dello scorpione, se i cittadini chiedessero al Comune di Venezia perché sta venendo meno alla sua funzione sociale, il Comune di Venezia risponderebbe “Perché sono una amministrazione, è la mia natura.”


Oggi siamo chiamati a giocare una partita decisiva per i destini dell’assistenza domiciliare e per gli operatori che in questi anni hanno fornito questo servizio.
Premesso che niente è come appare dobbiamo prendere atto della realtà. Siamo di fronte ad una manovra, del Comune di Venezia, catastrofica per l’assistenza sociale, prima si è data la falsa notizia che con i soldi della compartecipazione il servizio sarebbe rimasto invariato, che gli operatori sociali avrebbero mantenuto il loro lavoro ed i loro livelli stipendiali e poi, con un colpo di mano degna di un prestigiatore, l’Assessore alle Politiche Sociali, sta smantellando il servizio di assistenza.


Prima aveva detto: “Per non tagliare il servizio dobbiamo richiedere una compartecipazione agli utenti” …Oggi: ”Abbiamo messo a gara una quantità di ore pari a quelle erogate nel 2010 dalla Cooperativa Elleuno” Da 36.000 ore al mese a 26.250 ore al mese – 33,33% …mentre il taglio delle risorse è del 20%...


Cosicchè la coop ANCORA,visto che “le dinamiche del servizio da erogare ha portato ad una contrazione del monte ore individuale” ha proposto la “mensilizzazione della retribuzione in armonia con il CCNL Coop Sociali – l’introduzione di una Banca Ore con l’utilizzo anche di turni di rientro di reperibilità – la sostituzione (leggi cancellazione) dell’integrativo del 2000 con un “premio produzione incentivo tecnologico”…


Il messaggio è chiaro: si è in crisi, mancano soldi ovunque e se sei un dipendente, un cittadino bisognoso di assistenza sei la vittima predestinata. Non sei nessuno, sei uno che vive sulle spalle della collettività quindi, il primo in qualche modo a pagarne le conseguenze.


E’ vero che lo Stato siamo Noi, ma noi francamente siamo convinti di non aver mai vissuto al di sopra delle nostre possibilità, di non esserci mai permessi vacanze a Cortina piuttosto che in Sardegna, di non avere la barca o la fuoriserie in garage, di non mandare i nostri figli alle scuole private o a studiare all’estero, di non poterci far curare all’estero piuttosto che in Italia, come pure non siamo noi a percepire lo stipendio del Sindaco e del Vicesindaco di Venezia, per questo riteniamo prioritario difendere il patrimonio più grande che un ente locale possa avere: l’assistenza agli anziani, ai minori!!!!

ALTRO CHE “UN SERVIZIO IN CUI IL COMUNE CREDE, MA CHE VA COMPLETAMENTE RIVISITATO” …. Va certamente rivisitato ma … non prendendo a riferimento il vertice della piramide (chi ha redditi alti) ma implementando il servizio ai cittadini che hanno redditi insufficienti a vivere e vivono già in condizioni “inidonee”!!!

CHIEDIAMO CHE IL COMUNE COMINCI CON L’APPLICARE L’ART.23 DEL CAPITOLATO DI APPALTO AUMENTANDO DEL 20% LE ORE DA EROGARE QUESTO SIGNIFICHEREBBE DA SUBITO 5300 circa ORE DI SERVIZIO IN PIU’!!!