Vicenza. ASILI NIDO: VERITA' E PRETESTI. I TAGLI DEL GOVERNO, LE SCELTE POLITICHE DELL'AMMINISTRAZIONE, I RICATTI e LA NECESSITA' DELLA LOTTA
LETTERA APERTA ALLE LAVORATRICI DEGLI ASILI NIDO
Se il governo taglia i servizi pubblici, privatizza ospedali, scuole, università e riconsegna la cura e l’educazione della prima infanzia a mani privatissime (asili privati, cooperative e nidi-famiglia), non si può dire che l’amministrazione comunale di Vicenza si distingua in questi temi dalla controparte di destra al governo.
Appena insediata, la giunta ha approvato un aumento del finanziamento alle scuole d’infanzia paritarie (cioè le scuole private) e ha fatto una resistenza “ideologica” alla richiesta di stabilizzazione del personale precario di asili e scuole, che è stato raggiunto solo dopo una lunga battaglia di sit-in, comunicati stampa, scioperi. Ma le scelte in tal senso continuano anche nei confronti dei bambini più grandi: ai genitori di Vicenza l’amministrazione comunale fa pervenire, all’interno del modulo di iscrizione alla scuola elementare pubblica, un foglio nel quale, diligentemente, è inserito l’elenco delle scuole elementari private.
Per quanto riguarda gli asili nido è chiaro che si sta procedendo nella strada dell’abbandono del servizio: è sufficiente fare un giro per le strutture comunali (un fiore all’occhiello negli anni passati grazie a ristrutturazioni e miglioramenti raggiunti con le lotte di personale e genitori) che ora ci parlano di rattoppi ed abbandono.
E se è vero, come è vero, che il governo nazionale ha dettato l’agenda per lo smantellamento e la privatizzazione definitiva dei servizi, respingiamo con forza qualsiasi comoda giustificazione economica che l’amministrazione comunale di Vicenza non può permettersi di avanzare proprio nel momento in cui il sindaco Achille Variati dichiara impudicamente alla stampa che tutto il suo staff costa annualmente € 398.786,00 (vedi Giornale di Vicenza del 9.2.2011- tale cifra noi l’ avevamo già denunciata da tempo!).
E il personale dei nidi come sta?
Dall’assemblea indetta da alcune sigle sindacali, giovedì scorso ai Chiostri di S.Corona, è emerso che il personale dei nidi non vive bene, in particolare dopo la riorganizzazione che ha aumentato notevolmente i carichi di lavoro e il rapporto numerico bambino/educatore, che ha portato a dei vuoti di personale soprattutto nelle fasce centrali della giornata, quelle più faticose e delicate riservate ai pasti e al cambio dei bambini. E’ emersa anche la rabbia per le mancate sostituzioni di personale, che avvengono sempre più raramente .
Personale supplente, inoltre, assunto spesso ad ore, richiedendo così ai bambini un continuo sforzo di adattamento. Anche il personale ausiliario e cuoco non se la passa bene: anche qui le sostituzioni di personale non ci sono o sono centellinate, è stato ridotto l’orario giornaliero del personale ausiliario di ben 20 minuti, creando difficoltà nella gestione delle pulizie dei locali. Inoltre sul personale a tempo indeterminato grava il compito di “affiancare e istruire” personale precario che continua a cambiare.
Se alcuni sindacati hanno, negli anni passati, “tenuti calmi gli animi” del personale che lamentava condizioni di lavoro sempre peggiori, sventolando lo spettro del pericolo della privatizzazione, è ormai evidente a tutti che non sono le lotte dei lavoratori a causare le privatizzazioni, ma le scelte politiche di chi è al soldo di Confindustria. E’ invece ormai evidente che, anzi, la rinuncia alla lotta e alla difesa dei diritti da parte dei lavoratori, rendono ancora più scorrevole la strada delle privatizzazioni (con amministrazioni che mentre negano il materiale alle scuole con il silenzio spaventato del personale, finanziano copiosamente le scuole private che diventano sempre più forti ed esigenti).
Non è l’assenza della lotta che salverà il personale degli asili nido da ancora ulteriori attacchi che mettono in discussione orario e qualità del lavoro. Allo stesso tempo non saranno certo le raccolte firme, le petizioni, le proposte di delibere di iniziativa popolare, che certi sindacati rivolgono agli stessi politici (parlamentari, sindaci, consiglieri) che in parlamento e in consiglio comunale votano finanziamenti alle scuole paritarie e per le privatizzazioni, che potranno salvare il servizio pubblico ed il posto di lavoro del personale.
Facciamo appello perché le lavoratrici e i lavoratori degli asili nido (educatrici, ausiliarie, cuochi) si attivino per creare un comitato di lotta che, in collaborazione e nella ricerca della massima unità fra tutte le sigle sindacali, si faccia promotore di una piattaforma da presentare subito all’amministrazione comunale e che contenga i seguenti punti:
1. percorsi di stabilizzazione del precariato;
2. certezza del rapporto frontale non oltre 1 a 6 nei nidi, in ogni momento della giornata;
3. fare in modo che siano garantite, sia nei nidi che nelle scuole d’infanzia, immediate sostituzioni del personale assente a qualsiasi titolo, senza giochi al ribasso;
4. sia garantito il diritto all'integrazione dei bambini diversamente abili e il loro diritto al sostegno educativo-scolastico da parte di personale specializzato e di ruolo;
USB mette a disposizione la sua struttura affinché questa battaglia risulti vincente, e auspica che questa battaglia venga affrontata con la massima trasparenza e la massima unità fra tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti e la qualità degli asili nido pubblici a Vicenza e le condizioni di lavoro di chi vi opera.
La coraggiosa resistenza degli operai di Mirafiori ci insegna che anche i ricatti più infami devono e possono essere respinti alzando in alto la bandiera della dignità.