VIGILI URBANI: I NUOVI PRETORIANI?
In allegato il volantino impaginato
Il temporale estivo attorno al tema della sicurezza si è abbattuto sulle prime pagine di molti quotidiani e ha fatto straparlare alcuni Sindaci e alcuni Ministri, nel loro ruolo di nuovi tutori dell’ordine tout court.
I nuovi “sindaci sceriffi” sono stati osannati sia dal Sindaco di Firenze, nonché Presidente dell’ANCI Dominici, che dal Sindaco di Bologna Cofferati (ex segretario generale della cgil). Questi ultimi vanno così ad ergersi come neo-difensori della legalità, occupando il ruolo già acquisito dal Sindaco di Padova Zanonato (con il famoso “muro di via Anelli” e “l’ordinanza anti lucciole”) e dal Sindaco di Treviso Gentilini (quello che utilizzava la Polizia Municipale per scacciare i barboni dalle panchine), nella speranza di raccogliere qualche consenso a destra.
Il sottile disegno sotteso ai proclami contro lavavetri e prostitute (che secondo la Procura di Firenze non commetterebbero alcun reato) fa il paio con il nuovo ruolo che si vorrebbe disegnare per la Polizia Municipale.
Infatti tali illustri amministratori – non paghi delle ordinanze emanate contro lavavetri, rom e graffittari – invocano nuovi poteri e chiedono di veder affidate alla polizia locale funzioni di polizia giudiziaria normalmente appannaggio di questori, polizia e carabinieri.
I nuovi compiti richiesti a loro dire sarebbero pochissimi e definiti con molta precisione, si tratterebbe in sostanza di avere mano libera nell’emettere fogli di via, divieti di soggiorno, ecc.: in sostanza dirette limitazioni della libertà personale.
Oggi i Vigili Urbani - se così possiamo ancora chiamarli - possono procedere a fermi ed arresti solo in flagranza di reato. Per il resto possono solo applicare sanzioni amministrative.
Con l’ansia da sicurezza riversata sull’opinione pubblica si sta creando il clima sociale favorevole per tentare di far passare l’idea di una Polizia Municipale utilizzabile per fronteggiare la microcriminalità metropolitana.
Un disegno che risponde pienamente ai nuovi scenari pseudo-federalisti congegnati dal nascente partito democratico, che si troverebbe sostenuto sul piano economico dalla nascente fusione delle Aziende Municipalizzate e sul piano sociale potrebbe giovarsi di questo nuovo “esercito di Pretoriani” che conta ben 65.000 addetti in tutta Italia.
Così come è accaduto per i Vigili del Fuoco - transitati nel comparto sicurezza con il miraggio di una maggiore retribuzione - si spinge in questa direzione anche la Polizia Municipale, per trasformare l’attività di questi lavoratori pubblici, da sempre al servizio del cittadino, verso impieghi più affini ad apparati repressivi, che civili.
Cosa purtroppo già ipotizzata da alcuni disegni di legge depositati sia alla Camera, che al Senato, ovviamente con proposte bipartisan, che i “soliti” confederali si apprestano a sostenere con una manifestazione nazionale prevista a Roma il prossimo 5 Ottobre e che ha visto il patrocinio di ANCI, UPI e Conferenza delle Regioni!
RdB ritiene che queste logiche e queste ipotesi di stravolgimento delle funzioni della Polizia Municipale, siano in netto contrasto con i compiti amministrativi che la Costituzione stessa definisce per Sindaci ed Amministratori Locali, non affrontiamo nemmeno le questioni legate alla preparazione, al ruolo, alla formazione della Polizia Municipale, diciamo solo che già il continuo usare la Polizia Municipale una volta per compiti di Pubblica Sicurezza, ed un'altra per compiti di controllo stradale od annonario, stravolge il ruolo della stessa non chiarendo nemmeno ai cittadini quali siano i veri compiti di cui si debba occupare.
RdB è dell’avviso che con questa logica si aprono le porte ad una concezione tutta di tipo repressivo che, all’altare della sicurezza ad ogni costo, sacrificherebbe un importante ruolo di conoscenza del territorio, di capacità di interazione con la popolazione, di prevenzione sul fronte della sicurezza sociale.
NO ALLO STRAVOLGIMENTO DEL RUOLO DELLA POLIZIA MUNICIPALE
NO AI POTERI SPECIALI AI SINDACI
SI A UN CORPO CIVILE CHE OPERI PER LA SICUREZZA SOCIALE