Assessorato alla Cultura: grandi manovre per piccoli business!
Continuano alla cultura le grandi manovre per una riorganizzazione che come al solito o non si farà o servirà solo a soddisfare qualche piccolo appetito.
Da quanti anni aspettiamo il mitico M.A.C. (Museo d’Arte Contemporanea)? Lo scheletrico edificio nell’area ex-Galileo in zona piazza Dalmazia è lì, visibile a tutti, gigantesco monumento a testimonianza di incapacità e sprechi.
Qualcuno si ricorda del Museo Bardini? Dei prati e del panorama che si gode dal Forte di Belvedere? Dei quadri della raccolta Della Ragione?.
L’elefante che doveva partorire la Fondazione della Cultura (che ha occupato le pagine dei giornali per mesi) alla fine ha partorito il topolino Fondazione Palazzo Strozzi. Ennesimo riciclaggio del fu Centro Mostre, poi Firenze Mostre s.p.a.; grandi fabbricatori di buchi di bilancio. E infatti l’operazione di ricapitalizzazione portata a termine con la costituzione della Fondazione non è stata altro che l’ennesima copertura dell’immancabile deficit.
Che dire dei musei? Da decenni sul piede di partenza. Sempre ad un passo dall’esternalizzazione. Lavoratori con la valigia pronta. Affiancati spesso da lavoratori dipendenti di aziende di vario tipo, ma sempre amiche. Poi fai due conti e scopri che questi lavoratori costano al Comune di più degli stessi dipendenti.
Infine, ma chissà cosa altro c’è nel cilindro, si prospetta all’orizzonte accompagnata dal suono di fanfare suonate dai ben pagati consulenti esterni, l’istituzione della biblioteche e degli archivi (e forse dei musei). Dopo venti anni di blocco delle assunzioni, di parcelle carissime per studi e consulenze, di personale prestatoci da aziende private più costoso delle assunzioni dirette, arriva l’ennesimo progetto. Che non si capisce a cosa serva se non a reclutare forza lavoro a prezzi stracciati e a piazzare un paio di amici alla presidenza o nel consiglio di amministrazione. Quindi ancora lavoro precario e mal pagato a fronte di costi per l’amministrazione la cui convenienza è tutta da dimostrare.
Questi anni sono stati caratterizzati da confusi e maldestri tentativi dell’Amministrazione di esternalizzazioni o privatizzazioni (vere o false) in tutti i settori anche quelli economicamente più appetibili. Vuoi vedere che gli riusciranno proprio quelle nel settore cultura? Con buona pace, speriamo di no, di tutti gli impegni assunti sul lavoro precario.