Città metropolitana Genova - DORIA: UNO E TRINO E PIU' RENZIANO DI RENZI

In allegato il comunicato

Genova -

La nostra apertura di credito nei suoi confronti, e nei confronti dell'Amministrazione,  è già finita.

Dopo la determinata manifestazione dei lavoratori della Città Metropolitana e degli appalti del 2 febbraio scorso, il Sindaco Doria (Sindaco di Genova, Sindaco della Città Metropolitana e presidente del CAL), assieme ai suoi collaboratori, aveva preso degli impegni precisi con i lavoratori.


Ci hanno raccontato che:

 

1) il Consiglio Metropolitano non avrebbe adottato nessun provvedimento che prevedesse tagli alla spesa del personale superiori a quelli già previsti dalla Legge di Stabilità (30%) approvata a fine 2014. Anzi in un incontro successivo con l'Amministrazione, il Segretario Generale ci aveva rassicurato su questo punto, criticando fortemente altri Enti (Provincia di Spezia), che avevano già adottato tali provvedimenti. Il Sindaco Doria si era anche impegnato a lavorare affinché il 31 marzo, quando usciranno gli elenchi dei soprannumero, ci sarebbe stata già una destinazione precisa per tutti i lavoratori coinvolti;

2) Il CAL non avrebbe dato via libera alla proposta di legge Regionale sul riordino delle Province e delle Città Metropolitane se non si fosse previsto, tra altre cose, il  passaggio alla Regione di tutto il personale legato alle funzioni, con pagamenti a partire dal 1° Gennaio 2015. Solo con un provvedimento del genere si sarebbero evitati esuberi ed il  dissesto dell'Ente;

3) il loro primo obiettivo sarebbe stato garantire il funzionamento dei servizi da erogare agli utenti ed il rafforzamento delle funzioni istituzionali assegnate alla Città Metropolitana. L'amministrazione ci aveva anche comunicato che, proprio per questo, non si poteva superare la cifra dei 270 soprannumero, pena il decadimento definitivo della Città Metropolitana;


Invece,

allibiti e incazzati apprendiamo dalla delibera del Consiglio Metropolitano del 18 febbraio, che neanche uno degli impegni presi vengono confermati. Si accettano supinamente le decisioni della Regione e del Governo. Ed anche su funzioni istituzionali sulle quali il Sindaco avrebbe pieni poteri (ad esempio polizia ambientale e controllo stradale su le reti di competenza) si decide di non decidere.

Inoltre, basiti, apprendiamo da organi di informazioni (Genova 24 e Genova Post) che nella seduta del 27-2-2015 il Consiglio Metropolitano avrebbe approvato una nuova Delibera che porta il taglio delle spese del personale al 40% passando da 10.000.000 di euro previsti dal Governo Renzi a 14.000.000 di euro. Un taglio superiore a quello governativo!

 

Negli stessi articoli leggiamo dichiarazioni sconcertanti del Consigliere Delegato Gianluca Bucilli: “Alla luce degli atti sino ad oggi assunti – dichiara il consigliere metropolitano con delega al personale e all’organizzazione – mi sento autorizzato ad affermare che non vi saranno esuberi di personale, al netto di quelli interessati dalle procedure di comando (ad oggi in corso) finalizzate ad una mobilità definitiva”.


Incredibilmente, alla riunione del CAL (in cui Doria gioca un ruolo fondamentale)  viene dato parere favorevole alla proposta che sarebbe stata “modificata” della legge Regionale che prevede il passaggio del personale dal 1° luglio con tutte le restrizioni previste dalla prima versione e rimandando tutto a possibili aggiustamenti successivi. Parere favorevole ad una proposta regionale che prevederebbe anche di non pagare nulla (salvo convenzioni successive) per beni mobiliari e immobiliari di proprietà della Città Metropolitana e dei quali farà uso.  Per semplice coerenza il CAL avrebbe dovuto dare un parere negativo.



Se la matematica non è un opinione, se negli incontri del mese scorso non ci hanno raccontato un sacco di palle, quella fatta dall'Amministrazione è una scelta gravissima. Fatta senza nemmeno sentirsi in obbligo di informare i lavoratori che da tre anni sono in lotta, cercando di salvare i servizi pubblici, il proprio lavoro e il proprio salario.


Se il taglio del 30% prevedeva circa 270 lavoratori in soprannumero, portando il taglio al 40% i soprannumero diventano più di 300. L'articolo in un virgolettato cita solo 221 uscite definite tra Regione, pensionamenti e comandi.


Questa sbagliata decisione mette a rischio altri 100 lavoratori e certamente impedisce fortemente di garantire quei servizi minimi necessari alla popolazione delle nostre vallate e necessari per dare un senso compiuto ad un Ente di area vasta.


Se fossero veritiere le dichiarazioni dell'Amministrazione, secondo le quali si possono tagliare tranquillamente 15.000.000 di euro, i lavoratori pretendono che gli vengano restituiti immediatamente i tagli al salario accessorio e ai ticket subiti a settembre.


A questo punto non ci fidiamo più.

Anche  gli impegni presi di fronte al Prefetto sulla possibilità di far partire i bandi di gara per i servizi in appalto ai CPI, che sono in scadenza nelle prossime settimane, temiamo che siano carta straccia.


E' necessario riprendere la lotta in maniera più determinata e decisa per far cambiare le scelte del Consiglio Metropolitano e della Regione. Non ci rimane più molto tempo ma possiamo ancora impedire una deriva pericolosissima.


USB lavorerà per avviare le procedure previste dalla legge per indire lo sciopero dei dipendenti della Città Metropolitana, degli appalti e delle aziende partecipate.


Le norme prevedono una serie di passaggi ufficiali prima di arrivare allo sciopero, uno dei quali consiste in una serie di incontri davanti al Prefetto, detti “procedure di raffreddamento”. Il nostro primo obiettivo sarà portare il Sindaco di fronte al Prefetto affinché ci dica chiaramente ed ufficialmente cosa intenda fare.


Quando ci sarà l'incontro con il Prefetto vi inviteremo tutti a manifestare la vostra rabbia.


1) Tutti i lavoratori che hanno i requisiti per usufruire delle norme pre-Fornero devono andare in pensione al di là se appartengano a funzioni istituzionali.

2) L'Amministrazione deve riorganizzare l'Ente in maniera funzionale e convincente. E deve riaprire una stagione di progressioni orizzontali.

3) La Regione deve riprendersi le funzioni e tutti i lavoratori, al netto di quelli che potranno essere pensionati. Nessun lavoratore deve restare senza una destinazione ben definita.

 

Se non si otterranno risposte convincenti USB-PI proclamerà definitivamente una giornata di sciopero con manifestazione.

 

 

USB-PI Federazione della Liguria