COSI' SI RISPARMIA IN REGIONE LAZIO? Un breve sommario ad uso dei dipendenti regionali
In allegato il volantino
1°- Con nota prot. 4962 del 7 maggio 2008, il Presidente di LAIT S.p.A. ha chiesto alla Regione Lazio l’erogazione di 123 milioni di euro, mai trasferiti dalla Regione stessa. Si tratta di compensi per servizi che precedentemente venivano svolti all’interno dell’Amministrazione Regionale. Nella stessa nota si evidenzia l’esposizione di 56 milioni di euro verso appaltatori esterni (con il rischio di recuperi forzosi ben più onerosi) e la totale inadeguatezza delle strutture e degli impianti sotto il profilo della sicurezza.
2°- Per ridurre l’alto numero di dirigenti e del personale di tutte le categorie, la Regione Lazio ha finora speso oltre 12 milioni di euro attraverso l’incentivo all’esodo pensionistico. Per farlo ha attinto al capitolo delle anticipazioni TFR del personale in servizio e dell’integrazione previdenziale.
Contestualmente la spesa sinora impegnata per la fornitura di personale collegato alla realizzazione di “progetti” dalla Lazio Service S.p.A. lievita a 57 milioni di euro (potrebbe configurarsi come una sorta di interposizione di manodopera?)
3°- Si spendono 142.000 euro per incentivare all’esodo un dirigente di prima fascia, che possiede tutti i necessari requisiti relativi agli incarichi da svolgere, e si cercano all’esterno analoghe professionalità, che però vengono casualmente individuate all’interno delle segreterie politiche.
Ricordiamo che, con incredibile preveggenza, il quotidiano La Repubblica sin dal 9 agosto 2007, ben 8 mesi prima che la Regione rilevasse di non avere al proprio interno idonee professionalità e decidesse di bandire la ricerca all’esterno, segnalava il nome del componente della segreteria politica che avrebbe vinto il bando e sarebbe stato nominato.
4°- Con l’assestamento di bilancio 2007 si limita a 65 anni l’età di servizio del personale interno e con la finanziaria del 2008 si determina che tali limiti non si applichino ai dirigenti esterni apicali. Quindi si manda in quiescenza un direttore (a carico dell’Istituto previdenziale), poi lo si richiama come esterno (in questo caso alla spesa previdenziale si somma il nuovo compenso pagato dalla Regione).
5°- Si manifesta pubblicamente la volontà di ridurre la pianta organica dirigenziale, di adottare criteri legittimità e legalità ottemperando alle sentenze, ma poi non si dà attuazione ad una sentenza del Tar Lazio che dichiara l’illegittimità ed il conseguente annullamento di circa 480 promozioni alla dirigenza. Anzi, si dichiara di volersi costituire al Consiglio di Stato nei ricorsi proposti dai soccombenti, chiedendo la sospensione dell’efficacia di tale sentenza.
6°- Si dichiara di voler garantire la massima trasparenza nella gestione dell’apparato amministrativo, ma tuttavia nei siti delle agenzie e società regionali si omette qualunque informazione relativamente a incarichi e consulenze, criteri e modalità per il conferimento degli stessi e relative retribuzioni.