Firenze. Alla richiesta di apertura di un confronto su esternalizzazione e precariato rispondono con la militarizzazione del Consiglio Comunale

Firenze -

Questo pomeriggio come ogni lunedì i lavoratori precari e dei servizi in via di esternalizzazione, si sono presentati in Palazzo Vecchio per chiedere ancora una volta con la loro presenza l’apertura di un tavolo di confronto con l’Amministrazione Comunale. ma questa volta hanno trovato le porte sprangate.
Infatti il Consiglio Comunale, ha dato ordine alla Polizia Municipale di far accedere solo una delegazione composta al massimo da venti unità, rendendo difficile per altro anche a questa delegazione la possibilità di accesso a Palazzo Vecchio, costringendo tutti i componenti nonostante fossero dipendenti comunali muniti di relativo tesserino che consente il libero accesso al palazzo, a passare sotto il metal detector e a subire la perquisizione delle borse zaini ecc., anche i dirigenti sindacali aziendali per altro "straconusciuti" in barba a tutte le norme sono stati sottoposti a perquisizione degli oggetti personali.


Questo grave episodio denota il clima di intolleranza di questa Amministrazione nei confronti dei propri dipendenti fissi e precari, e dimostra ulteriormente quanto siano lontani da "questi signori" i problemi del mondo del lavoro.


Invece di dare risposte a chi chiede certezze per il futuro, rispondono con misure di polizia.


 

RICORDATE AMMINISTRATORI:

 

che la stabilità del lavoro, così come la lotta alle esternalizzazione, non sono un problema di ordine pubblico, ma un problema politico di grande rilevanza che vi ritroverete costantemente davanti anche alle vostre porte chiuse!

Inutile ricordare che prima delle elezioni politiche del 9 aprile un episodio simile non era mai successo, anzi tutti nella maggioranza dimostravano a parole interesse per la soluzione del problema precariato, ma passata la fase elettorale, il clima è totalmente mutato.Non è impedendoci di partecipare al Consiglio Comunale che ci tapperete la bocca, in fondo come lavoratori non chiediamo niente di rivoluzionario, ma solo un tavolo di confronto da dove emerga chiaramente quali sono le vere intenzioni in materia di lavoro che questa Amministrazione vuole perseguire.