Firenze. Palazzo Vecchio: Quale democrazia? Quale partecipazione?
Per il secondo lunedì consecutivo (ma era già successo nel recente passato con i lavoratori precari) è stato di fatto impedito ai cittadini di partecipare al Consiglio Comunale, che dovrebbe rappresentare la massima espressione cittadina di partecipazione e democrazia.
Ancora una volta al di là dell’oggetto del contendere, la classe politica che amministra questa città si rinchiude a riccio a difesa di se stessa e del proprio operato.
Chiudere le porte del salone de Dugento, ed in questo caso anche l’accesso agli scaloni per accedervi, è un atto estremamente grave, diremmo un vero e proprio attacco al concetto di democrazia partecipata.
Così come è quanto meno pazzesco, aver impedito l’accesso a qualcuno solo perché indossava magliette con scritte non gradite !!!!
Così come è estremamente grave aver fatto identificare dalla Polizia Municipale i cittadini che assistevano ai lavori del Consiglio.
Probabilmente, loro, i Signori del Palazzo, si nascondono dietro il fatto che sono stati eletti e che pertanto possono fare tutto quello che vogliono.
I Signori del Palazzo non possono continuare a nascondersi dietro la stravuota frase fatta: “lasciateci lavorare”! Se la cittadinanza a gran voce si oppone a questo modo di lavorare è giusto e doveroso che la classe politica con umiltà si confronti con coloro che devono o “dovrebbero” rappresentare!
Il consenso non può e non deve essere cercato solo prima delle elezioni, ma va guadagnato nel tempo con azioni e percorsi politici che generino il riconoscimento del buon agire politico, apprezzato e riconosciuto come proprio dal corpo elettorale.
Attualmente così non è. E’ stato inventato l’Assessorato alla Partecipazione !! Se partecipare vuol dire comunicare le decisioni già prese nel Palazzo, diciamo che sarebbe sufficiente utilizzare l’Ufficio Stampa! Se partecipazione significa dialogo e confronto, allora mettiamo a disposizione dei cittadini questa struttura pubblica per dialogare e confrontarsi con la volontà e l’impegno di trovare soluzioni condivise utili alla collettività e non solo a beneficio di certe “caste” fondiarie - imprenditoriali!