LA CONGIURA DE' PAZZI! Come distruggere le autonomie locali in 4 mosse

In allegato il volantino ed il disegno di legge

Nazionale -

E’ di pochi giorni fa il disegno di legge approvato dal Governo in via preliminare, con cui si vorrebbero riordinare le autonomie locali, mettendo mano sia alla progressiva eliminazione delle Province, sia alla definitiva costituzione delle Città Metropolitane, sia all’accorpamento dei piccoli Comuni.


Ma il ddl governativo ha combinato un vero “pastiche” locale.


Infatti nella relazione che lo accompagna si afferma:

1.    di voler chiudere le Province, ma le si continua a tenere in vita artificialmente e con poche competenze, sottraendole al democratico controllo dei cittadini (con il voto), fino all’approvazione del ddl costituzionale che le eliminerebbe del tutto dalla Costituzione (tranne quelle autonome di Trento e di Bolzano);

2.    di voler far partire le Città Metropolitane, ma disegnandone delle funzioni addirittura più limitate di quelle delle Province cui subentrerebbero e con un sindaco del comune capoluogo che – evidentemente – condizionerebbe pesantemente le attività delle neonate Città Metropolitane (anche nel caso non fosse contestualmente sindaco metropolitano);

3.    di voler promuovere la fusione dando vita all’Unione di più comuni e attribuendo ad esse le cd. funzioni di area vasta, ma di fatto vengono lasciate alle Unioni solo le funzioni attualmente svolte dai comuni.



Ma il 4° e più insidioso argomento è costituito dagli indubbi vantaggi (sic!) che ne trarranno Lavoratori e Cittadini.


Per i Lavoratori si conferma il mantenimento della posizione giuridica ed economica in godimento, ma solo per le voci fisse e continuative:  quindi il salario accessorio – che spesso costituisce una voce importante della retribuzione – sarà inevitabilmente ridimensionato. Né possono pensare, dirigenti e posizioni organizzative, di dormire sonni tranquilli nella fase di trasferimento: nei nuovi enti occorrerà riparametrare tutto verso il basso.


Si concretizzerà proprio qui il ricorso a migliaia di esuberi (annunciati dal precedente Governo e mai smentiti), che vedremo praticati in breve tempo così come sta accadendo  in Grecia.


Ai Cittadini verranno tolti servizi che saranno il più possibile affidati a privati (dalla manutenzione stradale ai servizi sociali, dalla formazione professionale ai servizi per l’impiego): un nuovo Stato leggero, anzi leggerissimo (di fatto neanche appaltatore, poiché anche tale funzione è stata affidata a una società privata: la CONSIP S.p.A.), ma dai costi che, in breve tempo, lieviteranno, anche se la riforma è stata fatta per risparmiare, pur se solo in via teorica.


Infine due piccole parole vanno spese anche su alcuni aspetti formali del ddl.


Oltre alla già citata stranezza che vuole le Unioni come enti di area vasta (ma le funzioni rimangono quelle dei Comuni), non è comprensibile il motivo per cui non viene prevista l’abrogazione (o la sostituzione) delle norme che regolano attualmente le Province e le Unioni comunali (quelle del d. lgs. 267/2000).


Sorge il sospetto che a questa strampalata riforma transitoria non credono neanche gli estensori (più d’uno probabilmente) o forse stanno tutti in procinto di tornare a votare, comunque vadano le vicende giudiziarie di Berlusconi, o le traversie interne al Partito Democratico.

USB proclama sin d’ora lo stato di agitazione
per tutto il personale degli enti locali e
invita tutte le strutture a indire iniziative ed assemblee a livello provinciale (estese anche ai piccoli comuni)
con la prospettiva di dar vita a una vivace e folta presenza in occasione dello
sciopero generale proclamato per il prossimo
18 Ottobre 2013

 

NO ALLA CHIUSURA DELLE PROVINCE
NO AGLI ACCORPAMENTI FORZOSI DEI PICCOLI COMUNI
SÌ A RIFORME PARTECIPATE E CONDIVISE