La mannaia della Corte Costituzionale anche sulle norme per gli ee.ll.
In allegato le norme abrogate
La decisione della Corte Costituzionale sulla soppressione delle Province...
...e sulla costituzione delle Città Metropolitane.
E già. La suprema Corte non ha solo imposto un limite al progettato accorpamento delle Province, ma ha anche cassato le norme che andavano a costituire strutturalmente le Città Metropolitane.
Come profeticamente scrivemmo ben 2 anni fa qui: ...lo Stato senza senso...
oggi, dopo l'intervento dell corte Costituzionale, ci si ritrova punto e a capo.
Immediatamente si sono schierati i due ministri Quagliariello (Riforme Istituzionali) e Delrio (Affari Regionali) a sostenere la necessità di proseguire sulla stessa strada pur in aderenza a quanto tracciato dalla Corte.
Nel momento in cui scriviamo è noto che la Corte ha solo disposto l'illegitimità costituzionale di quelle norme (vedi in allegato), che avrebbero dovuto essere emanati senza ricorrere al decreto legge, poichè trattavasi di norme organiche e non legate all'urgenza.
Tra qualche giorno la motivazione della sentenza chiarirà meglio se oltre al metodo sia stata violata la Carta Costituzionale anche nel merito.
Da parte nostra possiamo confermare la nostra iniziativa dell'11 Luglio proprio per intervenire attivamente nel contesto delle possibili riforme.
Proviamo a mettere insieme le notizie:
- dichiarazione di Delrio nell'intervista pubblicata su la Repubblica di oggi, pag. 13 alla domanda sui tempi necessari per abolire le province - "I tempi necessari all'approvazione di un disegno di legge costituzionale. Diciamo un anno e mezzo"
- articolo di Eugenio Bruno su Il Sole 24 Ore di oggi a pag. 9 "Nella riunione di tre giorni fa dei 40 saggi incaricati di riscrivere la seconda parte della Costituzione sono emerse almeno tre scuole di pensiero:
-affidare alle Regioni il compito di riorganizzare i propri enti di mezzo passando per un referendum popolare;
-sopprimere tout-court le Province dagli articoli 114 e seguenti della Carta;
-decostituzionalizzare le amministrazioni di area vasta che verrebbero riorganizzate su base regionale in base ai principi fissati dallo Stato.
Aggiungiamo pure che al pari delle Regioni a Statuto Ordinario la sentenza interviene anche su quanto concerne le Regioni a Statuto Speciale (in particolare la Sicilia che ha trasformato le Province in liberi onsiorzi tra Comuni).
Insomma, delle Province (o altro genere di ente intermedio)non si può fare a meno.
Giova ricordare al ministro Quagliariello che proprio i presidenti delle Regioni guidate dal centrodestra sono stati quelli che hanno ricorso contro il Governo (spicca l'ex governatrice del Lazio Polverini che ha commentato positivamente la decisione della Consulta) e quindi un esamino di coscienza in casa propria sarebbe auspicabile.
La nostra posizione di contrarietà alla riforma oggi azzerata trova nuovo vigore e ci pone in una nuova luce rispetto ai 61.000 lavoratori e lavoratrici di questi enti.
Per questo rilanciamo l'appuntamento del prossimo 11 Luglio che, a questo punto,riguarderà sia il Ministro Delrio che i rappresentanti delle Regioni, delle Province e dei Comuni.
USB Pubblico Impiego - Enti Locali
Primi commenti:
E' di stamattina la notizia che la Corte Costituzionale ha bocciato il decreto sul taglio delle Province. La sentenza spiega che non si poteva procedere con la "corsia veloce" del decreto legge.
Infatti il decreto legge è un atto da utilizzare per far fronte a casi straordinari e quindi strada non praticabile per una riforma organica e di sistema. Inoltre il decreto sul taglio delle Province, a detta della Corte Costituzionale, viola l'art 133 della Costituzione, quello che fissa le procedure per modificare i confini delle Province.
I lavoratori delle Province possono dormire sonni tranquilli?
No certamente: il Ministro per le Riforme Costituzionali Quagliariello ribadisce già oggi la necessità di intervenire sull'intero Titolo V della Costituzione per semplificare e razionalizzare l'assetto degli Enti Territoriali.
Quindi si punta ad una legge costituzionale, che nella sua prima fase prevederebbe ancora l'elezione diretta del Presidente, eliminando comunque le Giunte e i Consigli , creando "comitati di sindaci" alla guida del territorio.
Ancora una volta non si parla del personale del Province, non si dice cosa ne sarà delle professionalità delle migliaia di lavoratori..
Dobbiamo tenere alta l’attenzione, anche prevedendo iniziative volte a far conoscere all’opinione pubblica il lavoro che svolgiamo, i servizi che eroghiamo, pena la svendita delle attività e delle competenze a politici mascherati da dipendenti pubblici.
Riteniamo sia necessaria una rivisitazione delle materie di competenza statale o regionale, ribadendo che spettano allo Stato le decisioni su grandi reti di trasporto e di navigazione, commercio con l’estero, produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, senza che ciò significhi e si esprima come principio di supremazia dello Stato su tutte le materie.
Deve essere mantenuta la centralità del Parlamento ed in generale delle assemblee elettive per evitare che la compressione degli spazi politici, a vantaggio del Governo, assicurino la governabilità, come sta accadendo in questi mesi nel nostro Paese, anche disattendendo le volontà dei cittadini espresse con il voto.Non si può risponde all’indignazione per la perdita dei posti di lavoro, per i rincari e tagli ai servizi pubblici (sanità, trasporti, scuole), per la mancanza di posti di lavoro con la controriforma del sistema Regionale e con il ritorno al centralismo.Sono necessari interventi di razionalizzazione della spesa pubblica sia in merito al funzionamento degli organi istituzionali che alle spese militari.Ribadiamo la necessità, in un momento storico in cui si registra la evidente difficoltà della politica a svolgere il suo ruolo di interpretare e tradurre in azioni amministrative e di governo i bisogni della gente, che occorre ripartire dai territori e dalle amministrazioni locali, quali sedi naturali di esercizio della democrazia partecipata.
Giuditta Brattini Provincia di Padova P.I. – Veneto