La prima riunione RSU del Comune di Roma elegge con una maggioranza risicata e discutibile il nuovo coordinatore RSU
Partono le grandi manovre in vista delle elezioni regionali?
Lunedì 17 gennaio in Campidoglio si è riunita per la prima volta la nuova Rappresentanza Sindacale Unitaria del Comune di Roma.
La prima decisione adottata è stata una mozione sottoscritta da quasi un centinaio di Rappresentanti, tra i quali gli eletti della lista RdB-CUB, e poi votata all’unanimità (dopo un tentativo di impedirne la votazione da parte della Cisl) che impegna l’intera RSU su due punti fondamentali:
1) una progressione economica orizzontale per tutti i dipendenti comunali;
2) la rivalutazione pari al + 25% delle indennità legate a tutte le articolazioni orarie.
E’ un risultato importante, dovuto anche alla penosa situazione salariale che, dopo contratti bidone, divisione tra i colleghi in nome della meritocrazia (quasi sempre del vecchio clientelismo) dalle Posizioni Organizzative in giù, si è fatta sempre più insopportabile e che costringe anche gli stessi sindacati responsabili delle politiche di miseria e divisione dei lavoratori, a correre ai ripari chiedendo aumenti per tutti, seppur modesti.
La seconda decisione è stata l’elezione del Coordinatore della RSU. Le candidature sono state tre: Valenti (Cisl) ha riportato 80 voti, Capparelli (Uil) 71 voti, Ralli (sindacalismo di base) 7 voti, più 4 nulli. Nonostante non vi sia stata nessuna candidatura che abbia riportato la maggioranza assoluta dei voti (il 50% +1) con un’interpretazione molto contestata è stata investita della carica di Coordinatore RSU la collega Valenti. Pur rispettando la persona, riteniamo che la sua elezione rappresenti un grave atto di arroganza da parte di Cisl e Cgil (esclusi alcuni dissidenti) che l’hanno voluta, soprattutto se si considera che la stessa Valenti si era già presentata (o auto-nominata) Coordinatrice della RSU sul giornale della Cisl datato 15 dicembre 2004, alla faccia del rispetto della RSU nella sua autonomia e nella sua sovranità nelle decisioni.
Per alcuni grandi apparati sindacali la democrazia nella RSU è solo un disturbo, le decisioni vere le prendono altrove - quasi sempre di concerto con il "padrone" - mentre i lavoratori se la prendono in saccoccia. Stavolta comunque non gli è andata troppo bene. La possibilità di dare voce anche ad istanze che provengono dai lavoratori sembra essere nella nuova RSU meno lontana di prima. Occorrerà però che le colleghe ed i colleghi siano attenti e partecipi, facendo sentire la loro voce e la loro presenza ogni volta che sarà necessario.
Un’ultima segnalazione per un Ordine del giorno presentato da parte degli eletti nell’area del sindacalismo di base (Rete Comune, RdB-CUB,Usi) che richiede una maggiore democrazia nella gestione delle attività inerenti la contrattazione e la vita della RSU (che alleghiamo) e che è stata acquisita per essere discussa prossimamente.
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO ALL’ASSEMBLEA RSU DEL 17/1/2005
Premesso che
· gli scriventi sono stati eletti rappresentanti sindacali alle recenti elezioni RSU del Comune di Roma;
· già nel corso della passata esperienza come delegati RSU, gli scriventi hanno costituito, insieme ad altri esponenti sindacali, un fronte unitario per affermare la necessità di introdurre un’equa applicazione dei principi democratici di partecipazione e rotazione degli incarichi;
· allo stato dei fatti il sistema di relazioni sindacali vigente al Comune di Roma prevede il coinvolgimento di una ristretta rappresentanza dei delegati RSU, configurando una conventio ad escludendum ai danni della generalità degli esponenti dell’organismo elettivo unitario;
· ai sensi del CCNQ del 7/8/98 tutti i componenti delle RSU sono titolari di prerogative e diritti sindacali al pari degli altri dirigenti sindacali appartenenti alle organizzazioni cosiddette rappresentative;
· nei precedenti periodi di attività dell’organismo sindacale elettivo, è stata illegittimamente introdotta la prassi che prevede componenti RSU rappresentativi, a cui è garantito l’accesso alle delegazioni trattanti ai vari livelli e l’informazione prevista dai dispositivi contrattuali, e componenti RSU non rappresentativi, a cui invece viene di fatto negata la possibilità di esercitare il mandato elettorale, non essendo ammessi a nessun livello di contrattazione e di informazione che superi i confini della macrostruttura di appartenenza;
· tale dinamica, oltre ad essere completamente infondata sul piano normativo e contrattuale, risulta contraddittoria anche sul piano strettamente aziendale in quanto l’elezione delle RSU è stata realizzata su un unico collegio elettorale;
· in base all’attuale regolamento RSU, nella composizione della delegazione centrale trattante si tiene conto di criteri proporzionali, rispetto ai voti di lista, che escludono a priori gli esponenti delle liste di minoranza, entrando in palese contrasto con i principi della democrazia rappresentativa;
· la rappresentanza dell’elettorato compete alle RSU intesa come organo unitario e, pertanto, ogni sua articolazione organizzativa deve contemplare la presenza di ogni componente eletta, seppure minoritaria, in quanto espressione della volontà di una quota di elettori legittimamente rappresentata presso l’assemblea elettiva;
· la delegazione trattante non può in alcun modo configurarsi come un organismo indipendente e autocratico, cui spettano i compiti di governo nell’ambito del regime di relazioni sindacali;
· nel corso del tempo, affidando esclusivamente alla delegazione centrale trattante il ruolo di rappresentare l’intero organismo unitario, è stato di fatto svilita e svuotata di significato la funzione delle rappresentanze elettive, nate a garanzia della partecipazione e degli interessi di tutti i lavoratori e le lavoratrici;
· a testimonianza di ciò, durante il precedente mandato elettorale l’assemblea della RSU del Comune di Roma non si è quasi mai riunita, se non per ratificare scelte già adottate dai vertici sindacali;
tutto ciò premesso, gli scriventi chiedono:
1. una diversa composizione della delegazione trattante che preveda la presenza di un membro per ogni lista che abbia ottenuto almeno un/a eletto/a all’ultima consultazione elettorale e la ripartizione dei rimanenti posti tra tutte le liste, secondo un criterio proporzionale;
2. l’esercizio del diritto all’informazione tramite una puntuale trasmissione, via e-mail o fax, di tutti i documenti riguardanti gli argomenti oggetto di trattativa a tutti i Componenti RSU, attraverso i recapiti delle liste di appartenenza. In considerazione della mancata applicazione dell’art. 27 del regolamento RSU e delle norme contrattuali in materia, l’onere dell’informazione per i documenti di parte datoriale spetta all’Amministrazione previo accordo tra le parti;
3. la divulgazione, ad opera del Coordinatore, a tutti i Componenti RSU dei verbali delle riunioni dell’Esecutivo e dei documenti redatti dalla delegazione centrale;
4. l’introduzione del criterio di rotazione per tutti gli incarichi;
5. la presenza di Rappresentanti RSU, non accreditati al tavolo, con il ruolo di auditori in occasione delle trattative centrali sulle materie oggetto di contrattazione e concertazione;
6. la formazione delle delegazioni trattanti delle aree professionali, sulla base del criterio di appartenenza dei componenti RSU alle diverse famiglie professionali.
Alla luce di quanto sopra esposto, gli scriventi dichiarano che, in caso di mancato accoglimento delle richieste sopra enunciate, non parteciperanno all’elezione del Coordinatore RSU e non riconosceranno le altre articolazioni organizzative, né i livelli gerarchici interni derivati dall’attuale regolamento RSU, in quanto palesemente in contrasto con le norme contrattuali e le vigenti leggi in materia di relazioni sindacali.
Roma, 21 gennaio 2005