Lettera aperta ai lavoratori della Provincia di Genova e dell'indotto

Genova -

Carissimi colleghe/i

siamo agli sgoccioli, poche settimane ci separano dall'annunciata approvazione della legge che cancellerà le Province. Verso metà novembre il provvedimento dovrebbe andare in discussione al Senato, per poi passare alla Camera.



Siamo arrivati al dunque,vi invitiamo a porvi una domanda: siete contrari all'abolizione delle Province o vi hanno convinto che è giusto chiuderle?



Dal primo decreto legge (Brunetta) sono già passati più di due anni. Le proposte governative sono state più volte modificate e la nostra impressione è che chi ha scritto i vari provvedimenti non sapeva di cosa si stesse parlando. Il decreto in discussione in queste ore è platealmente scritto a “più mani” e si nota come nessuno abbia letto la parte scritta da altri. Come denunciano anche politici favorevoli il decreto non dice niente su:personale,appalti,partecipate,mutui proprietà degli immobili,debiti e crediti.....



L’intento di chi ci governa non è razionalizzare od organizzare meglio, il vero scopo è togliere potere ai cittadini cancellando Enti democratici che hanno fatto la storia del nostro paese. Vogliono ridurre i dipendenti pubblici, non perché siamo troppi, ma perchè vogliono privatizzare tutti i servizi. Il Governo italiano con i suoi rappresentanti, ugualmente responsabili siano di centrodestra o di centrosinistra, con la scusa delle direttive della Troika europea sta portando tutto il Pubblico Impiego al disastro.



Gli interessi che stanno dietro a questa manovra sono numerosi. Anche i sindacati governativi CGIL-CISL-UIL sono molto coinvolti con le loro attività parallele di gestione del welfare: dai CAF ai Patronati alla gestione degli ammortizzatori sociali ai fondi pensione, alla formazione, per non dire peggio, come spiegava bene l'articolo del Fatto Quotidiano uscito l'altro giorno che raccontava quello che è diventata la CISL.



Alcuni sindacati dall'inizio (CISL-UIL) e altri dopo (CGIL) sono dichiaratamente per la chiusura delle Province e dei piccoli comuni. Il loro ruolo filo governativo è quello dei pacificatori. Vi dicono di non preoccuparvi, che andrete a stare meglio, magari in Regione (mentre la Regione continua a dire che siamo troppi) e che comunque stanno trattando con il Governo per il vostro futuro. Vi dicono che gli Enti sono tanti doppioni e che le società partecipate sono da tagliare e che magari, se ci spediscono in qualche “Agenzia”, sarebbe la nostra fortuna.



In questi mesi però è aumentata la consapevolezza che chiudere le Province è una cosa sbagliata, che i costi saranno maggiori dei risparmi. Soprattutto che per i lavoratori tutti, siano dipendenti della Provincia, precari, dipendenti di società Partecipate o degli appalti, sarà un bagno di sangue. Nessuno dei governi che si sono succeduti ha mai spiegato in maniera convincente che fine ci avrebbero fatto fare. In tantissime Province l'opposizione dei lavoratori è cresciuta. A volte con USB, a volte in maniera auto organizzata attraverso le RSU.



Molti, come l'UPI (che fa gli interessi della parte dirigenziale preoccupata di perdere ruolo e danari, ha prodotto parecchio materiale utile alla battaglia contro la chiusura). Molti amministratori locali, qualche politico illuminato, esperti di costituzione ed intellettuali vari hanno preso posizione denunciando i pericoli che stanno dietro a questa proposta demagogica.



Governo e Sindacati collaborativi sono molto preoccupati che il Decreto non venga approvato in tempo, tanto che il Ministro ha dovuto ammettere che c'è anche una possibilità che il DL non riesca a passare e CGIL-CISL-UIL hanno aperto una polemica durissima nei confronti dell'UPI atta a deligittimare questo organismo comunque contrario all'operazione Province.


USB fin dal primo momento si è espressa contro la chiusura delle Province: abbiamo lottato affinchè non fossero smembrate. Abbiamo cercato di tenere uniti a noi anche i lavoratori dell'indotto, con il motto “nessuno resti indietro”. Abbiamo difeso anche l'Istituzione democraticamente eletta dai cittadini. Abbiamo denunciato sprechi e malcostumi.



Se siete contrari,voltate le spalle a CGIL-CISL-UIL, dateci una mano a costruire lo sciopero e la manifestazione contro il Provincicidio (senza se e senza ma) del 6 dicembre,   prendete in mano collettivamente il vostro destino, questa è l’ultima occasione per provare a dare la spallata ai cancellatori.

Se invece siete favorevoli alla soppressione, continuate così, rimanete nel vostro oblio silenzioso,nel vostro mugugno quotidiano, continuate a fidarvi di chi vi dice che non c'è problema e che si andrà a stare meglio. Vi auguriamo di non svegliarvi troppo tardi.