Roma. ASILO ADDIO!
Il bando per l’iscrizione dei bambini da 3 mesi a tre anni nei nidi romani, è un vero e proprio manifesto ideologico e propagandistico della giunta Veltroni.
Sciorinati tutti i numeri che evidenziano il “buon governo” della giunta (178 strutture, tariffe più basse d’Italia, raddoppio dei posti, 17 nidi aziendali, 103 nidi convenzionati, etc.) il bando aggiunge che i nidi romani hanno anche altissimi standard qualitativi.
Per chi nelle strutture ci vive e ci lavora tutti i giorni, la qualità percepita è solo quella realizzata grazie alla grande fatica del personale che opera nei nidi e che, nonostante tutto, rifiuta con ostinazione di essere relegato allo svilente ruolo di assistente/custode.
Il personale sta diminuendo drasticamente e non riusciamo a capire come questo sia conciliabile con gli “altissimi standard qualitativi” propagandati dall’amministrazione.
Il continuo spostamento del personale, l’instabilità dei gruppi, la mancata assunzione del personale precario ha provocato situazioni estremamente stressanti fra i bambini, le famiglie e gli operatori.
Sono decine le lettere di proteste che le famiglie hanno mandato all’Assessore Coscia per manifestare il proprio malcontento rispetto ad un servizio che è veramente lontano dalla qualità auspicata e che si sta trasformando in un baby-sittering.
Siamo lieti che si aprano nuovi servizi educativi, ma deve anche iniziare una verifica approfondita sullo stato in cui versano queste strutture in ordine a:
- lo sperpero di denaro pubblico nella manutenzione (con lavori eseguiti non a regola d’arte e che necessitano di interventi successivi);
- la cura degli spazi;
- la formazione mirata e reale di ogni gruppo educativo;
- la reale possibilità di inserire i bambini rispettando i loro tempi e non quelli dell’istituzione;
- un controllo puntuale e rigoroso sulle strutture convenzionate.
I numeri parlano chiaro, ed è la stessa amministrazione a dirceli: 28 nidi comunali in più dal 2001 a fronte di 103 strutture convenzionate.
E convenzionato, lo sappiamo bene, è privato che funziona con i soldi pubblici!
Il nido accreditato sicuramente non garantisce la qualità delle strutture pubbliche a cominciare dall’utilizzo di un numero ridotto, quanto inadeguato, di educatrici con stipendi sensibilmente più bassi.
Il controllo su queste strutture è affidato alle sporadiche visite delle coordinatrici comunali, già oberate di lavoro nei nidi pubblici.
La Giunta mostra il suo profilo migliore sulla scena politica nazionale aprendo tanti nidi, ma nello stesso tempo finge di non vedere lo scadimento vertiginoso che avviene realmente nei servizi.
Il gioco al ribasso continua, come sempre, a scapito dei bambini e dei lavoratori.