Roma. IL MURO DEL PIANTO

In allegato il volantino e la documentazione

Roma -

Il primo dei tre pacchetti che alla fine della fiera dovranno, tutti insieme, costituire il nuovo contratto decentrato dei dipendenti di Roma Capitale, è stato finalmente svelato dall’Amministrazione. Ed è quello relativo al settore Tecnico-Amministrativo.

 

Dopo mesi e mesi di titoli sui giornali, appelli di stampo renziano allo #staresereni, assemblee, scioperi, proteste e trattative (fuori e dentro i tavoli negoziali), ora sappiamo le reali intenzioni dei Dirigenti dei vari Dipartimenti interessati e di chi governa politicamente questa città.

 

Ancora una volta (ma di questo non avevamo alcun dubbio perché lo andiamo dicendo da mesi) vogliono far pagare le assunzioni clientelari a gogò in tutte le aziende partecipate, le nomine di dirigenti esterni a iosa, l’incapacità gestionale del patrimonio e della cosa pubblica da trent’anni a questa parte e più in generale la crisi economica, a chi sopravvive a malapena con il più basso tra gli stipendi del pubblico impiego. Di toccare (ma neanche di sfiorare) i privilegi della dirigenza e della politica,neanche a parlarne.

 

Diciamo subito che prima di andare a contrattare sulle contestazioni del MEF avremmo voluto avere contezza delle controdeduzioni che l’Amministrazione sta ancora(?) predisponendo avverso il fantomatico rapporto. Già, perché se poi la cosa che andiamo a contestare la modifichiamo pare più un’ammissione di colpa. O no?

 

Comunque il piano dell’Amministrazione prevede che per accedere al salario accessorio si debba passare attraverso un articolato sistema legato alla presenza in servizio, al raggiungimento dei risultati della struttura di appartenenza, alla prestazione resa e alla valutazione del proprio Dirigente e per determinare le quote verremmo suddivisi addirittura in quattro fasce di merito. Roba da fare invidia persino a Brunetta che di fasce di merito ne prevedeva solo tre.

 

Come se non bastasse si vuole modificare l’organizzazione degli orari di servizio, introducendo la possibilità di lavorare turnando tra gli orari antimeridiani e pomeridiani. Possibilità che però viene data solo a chi lavora all’Anagrafe e nei settori anagrafici dei Municipi (poco più di 800 persone), senza possibilità di estenderla a tutti. Tradotto: il resto della truppa(circa 10.000 persone) continuerà con le stesse modalità orarie ma senza percepire un euro di indennità a differenza degli anagrafici che invece prenderanno circa 240€ per la turnazione. Sembra tanto una specie di indennizzo per la perdita, per questi, dell’indennità di 2€ l’ora contestata dal MEF. Il che ci starebbe pure. Ma perché gli altri dovrebbero perdere interamente la quota che oggi corrisponde all’indennità per articolazione oraria?

Le motivazioni di tale scelta, ci ha spiegato il Direttore del Dipartimento Risorse Umane, risiedono nel fatto che l’Assessore, nonché Vice-Sindaco Nieri, ritiene che i cittadini romani al primo posto tra le loro priorità hanno il desiderio di avere aperti fino alle 19,30 per 5 giorni la settimana, i servizi anagrafici. Non, quindi, trasporti pubblici efficienti, non una città libera dall’immondizia, non l’assorbimento dei bambini in lista di attesa per accedere agli Asili Nido pubblici, non Servizi Sociali rispondenti alle necessità che una grave crisi economica come l’attuale richiede, non una città libera dal soffocante abusivismo commerciale, non lo spreco di ingenti risorse economiche per opere faraoniche ed incompiute.

No, niente di tutto questo vale quanto la possibilità di farsi un certificato alle 19 di un venerdì qualunque. Questo, leggiamo in ultima pagina dello scarno documento presentatoci dall’Amministrazione, dovrebbe rappresentare nientedimeno che la tanto auspicata “valorizzazione del personale attualmente impiegato negli uffici anagrafe e stato civile”. Una vera Rivoluzione epocale!

 

Ma, forse, ciò che a noi appare null’altro che una insulsa provocazione potrebbe rappresentare il preludio alla sottoscrizione di un accordo con Cgil, Cisl e Uil, benché “al ribasso” rispetto al precedente.

 

Siamo convinti che oggi un accordo al ribasso potrebbe passare (al pari di molti altri), ma facendo pagare un prezzo altissimo tanto ai sindacati concertativi, che all’amministrazione attuale.

 

Perciò invitiamo i colleghi a #stareserenimasvegli, anche durante il periodo estivo, pronti a reagire tempestivamente se qualcuno volesse prepararci il classico “pacco di ferragosto”. La battaglia per un Contratto migliore e più equo è tutt’altro che alla fine e Usb non ha intenzione di cedere di un millimetro sia sul piano delle rivendicazioni economiche che sul resto.