Roma. VIA CRUCIS
In allegato il volantino, l'intesa sul part-time e la proposta mobilità interna
Questa volta la metafora c’è tutta! La settimana scorsa si è chiuso un altro pezzetto di trattativa che ha permesso di aumentare il part-time dal 50% al 91,67% dell’orario. Uno stillicidio messo in atto per limitare i danni rispetto alle imperative disposizioni di Brunetta e Tremonti (il governo amico della Giunta Alemanno) in base alle quali si possono assumere solo 2 persone ogni 10 che se ne vanno, ma evidentemente condivise dall’amministrazione capitolina e dalle organizzazioni sindacali concertative, che non hanno voluto in alcun modo – né l’anno scorso, né quest’anno – interpretare estensivamente le leggi, almeno per quello che riguarda l’estensione oraria dei part-time.
E con buona pace degli oltre 280.000 Euro destinati al Commissario Straordinario per il debito e sottratti al piano assunzionale (sempre per legge del governo Berlusconi).
Ma la via crucis non si esaurisce qui. In contemporanea abbiamo quella di Alemanno che minaccia di non pagare gli stipendi se Monti e Polverini non gli mandano denaro fresco (in gran parte per il trasporto pubblico, dove le assunzioni avvenivano su “segnalazione” del Campidoglio, come dichiarato dall’ex a.d. Panzironi): un modo utilizzato periodicamente per minacciare lo stato o la regione insolvente, senza però intaccare minimamente il suo esercito personale costituito da un nutrito ufficio stampa recentemente infarcito di una nuova portavoce, Ester Mieli, beneficiata di un consistente incremento stipendiale.
Alle casse comunali costerà oltre 170.000 Euro per poco più di un anno, rispetto ai precedenti 93.000 Euro e spicci previsti all’atto del suo primo incarico: promossa con lode e bacio accademico (e quasi il 50% di aumento alla faccia delle nostre miserie). Senza dimenticare che capo ufficio stampa resta sempre Turbolente (a 167.000 Euro l’anno) bruciato momentaneamente nella corsa a una poltrona in ACEA (se ne riparla dopo la vendita del 21% del pacchetto azionario).
Abbiamo lasciato per ultime due questioni: la via crucis di quei dipendenti comunali che dopo aver conseguito l’idoneità in uno o due concorsi interni (in qualche caso anche in quelli pubblici), sono stati messi in naftalina e il settore scolastico ed educativo. La stessa amministrazione che ha assunto part-time attingendo alle graduatorie di concorsi già scadute (ricordate l’assessore D’Ubaldo e il comitato 10 Aprile?), che ha stabilizzato quasi 300 vigili urbani assunti per la cd. emergenza traffico (grazie a un originalissimo parere dell’avvocatura comunale) con soli due anni di anzianità, oggi preferisce spendere oltre 45.000 Euro per un lavoratore interinale di categoria D, anziché i 3000 che occorrerebbero per migliorare la condizione di chi sta collocato in categoria C (o B) da tempo immemore. Ha una logica tutto questo?
E che dire di quel precariato non stabilizzato, non ammesso al voto per le RSU, non assunto nonostante le previsioni del piano assunzionale 2010 (principalmente nel settore scolastico-educativo, ma non solo)?
Le norme idiote debbono essere spazzate via. Insieme alla politica che le ha prodotte e alle organizzazioni sindacali che le hanno accettate passivamente.
Ultima postilla (altra via crucis) oggi in consiglio dei ministri approda la nuova versione del secondo decreto su Roma Capitale. Si era aperto uno spiraglio che poteva consentire qualche aggiustamento su queste vicende, ma è stato immediatamente richiuso. Si è invece inserito qualcosa di nuovo per la lobby più principesca di Roma: quella degli avvocati comunali!
BASTA AI SACRIFICI PER NOI E ALLE BORSE PIENE PER LORO!
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