Dipendenti Pubblici: ci risiamo, ora è il turno di Montezemolo…

In allegato il volantino

Firenze -

Dopo il prof. Ichino, il Sole 24 ore, la Repubblica, la campagna mediatica costruita ad arte che mira a dipingere la Pubblica Amministrazione come il paese del “bengodi”, piena di fannulloni e scansafatiche, prosegue nel suo intento perverso, mirante allo smantellamento del lavoro pubblico per permettere così la facile privatizzazione dei servizi pubblici locali che fanno tanto gola a imprenditori privati e a cooperative di vario colore.


E quale miglior alfiere poteva avere questa campagna se non il presidente di Confindustria: Luca Cordero di Montenzemolo, il quale nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico alla Luiss ha sparato ad alzo zero contro i lavoratori della Pubblica Amministrazione accusandoli di essere assenteisti, e che il loro assenteismo costa un punto di Pil  all’ Azienda Italia.

Per il Sig. Montezemolo i dipendenti pubblici stanno “fuori dall’ufficio mediamente un giorno di lavoro su cinque” e giù a sciorinare dati per giustificare il fatto che gli industriali sono contrari all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, che secondo lui avvengono in modo generalizzato e sono troppo costosi per il paese.


Il presidente di Confindustria che ha memoria corta, farebbe bene però a ricordare che, lo stato italiano, attraverso il prelievo alla fonte dagli stipendi di questi “scansa fatiche” e degli altri lavoratori, ha pompato per anni MIGLIAIA DI MILIARDI (Lire ed Euro) nelle casse della sua azienda la FIAT ! In nome del detto: “Ciò che fa bene alla Fiat fa bene all’Italia !”.



Il sig. Montezemolo farebbe bene, invece che rivolgersi a lavoratori per altro mal pagati e per i quali lo stato non investe neppure una lira per i rinnovi contrattuali fermi da due anni, a rivolgere lo sguardo al teatrino della politica ed ai suoi costi ed ai suoi sprechi, e che riesce solo a parlare di riforme elettorali!

Ma questo naturalmente non può farlo, perché anche lui si appresta a diventare un attore di primo piano di questo squallido teatrino.