Roma. LA CONTA DELLE PECORE!
In allegato il volantino e le foto della partecipata assemblea
Il 12 gennaio si è nuovamente svolto un incontro tra amministrazione e parti sindacali sui nidi.
Credevamo che l’amministrazione dopo mesi di estenuanti battaglie delle lavoratrici avesse in parte accolto la voce delle lavoratrici, avviando un vero cambiamento rispetto alla giunta Veltroni.
Nulla di fatto!
Se da una parte infatti, si concede la reintegrazione parziale dell’organico nelle strutture che presentano prolungamento di orario, riconoscendo così l’impossibilità dei gruppi educativi a gestire il servizio, dall’altra si mantiene la riduzione in tutti gli altri asili concedendo una integrazione con un contratto part-time al 50%, riducendo ulteriormente le sostituzioni del personale assente, che avviene solo con la presenza di almeno il 75% di bambini e solo fino all’organico di diritto.
In questo modo il rapporto frontale 1/6 viene sostituito da un artificioso rapporto di media.
Il meccanismo, contorto e estraneo a ogni logica educativa, è ottenuto dividendo il numero dei bambini presenti con il numero del personale in organico.
In questo modo, ad esempio, gli asili che accolgono 69 bambini ed hanno in organico 12 educatrici si trovano ad avere un rapporto di media che equivale a 5,75 bambini per ogni lavoratrice: una vera conta delle bestie!
Viene sottaciuto il fatto che le 12 educatrici, per coprire l’intero turno di apertura del nido, effettuano necessariamente orari di servizio scaglionati nell’arco della giornata.
Di conseguenza, solo nei momenti centrali della giornata, sarà garantito il rapporto 1/6.
Inoltre, per giustificare il rapporto di media, si arriva a invocare il buon senso delle educatrici affermando che, durante la compresenza, il personale ha il tempo per ricaricarsi e per affrontare i momenti della giornata più faticosi.
Vogliamo ricordare a chi inventa a tavolino questi ipocriti meccanismi che, anche quando i bambini dormono, per esempio, ( e non tutti dormono contemporaneamente), le educatrici hanno mille e una cosa da fare: dalla riorganizzazione dell’ambiente, all’indispensabile confronto con le colleghe del gruppo o anche riparare semplicemente l’album di un bambino, un gioco, scrivere un appunto sul diario, …
L’accoglienza, la possibilità di rapporti individuali con i piccoli, i momenti delicati delle routine, il commiato, gli scambi con i genitori… tutto viene sacrificato in nome di una logica di contenimento delle spese: contenimento che riguarda però solo i servizi.
Oltretutto non regge nemmeno economicamente la scelta di tagliare gli organici e allo stesso tempo di trovare i soldi per la produttività o per la progressione verticale di 150 unità in più tra maestre ed educatrici.
Non possiamo permettere che siano i bambini e la cultura educativa a pagare i prezzi “d’immagine” del sindaco Alemanno con il Gran Premio di Formula 1 o con la candidatura alle Olimpiadi.
Puntare sulla qualità della vita dei bambini significa puntare sulla qualità dell’intera città.
Mercoledì 20 gennaio ci sarà probabilmente, un nuovo incontro amministrazione/sindacati: auspichiamo che questa sia l’occasione per trovare un accordo che finalmente punti sulla qualità della vita dei bambini altrimenti occorre prepararsi ad una nuova e più forte mobilitazione