Regione Lazio. PEREQUAZIONE O SPEREQUAZIONE? LA PUNTA DELL'ICEBERG!

In allegato il comunicato, la sentenza del TAR, la richiesta di incontro e altra documentazione.

Roma -

Il TAR del lazio  ha emesso una sentenza che annulla il vergognoso regolamento di “perequazione” poiche’ non e’ stato sottoposto all’approvazione del consiglio regionale.


Tutti i dipendenti regionali, perequati e non, sono stati raggirati ancora una volta da cgil, cisl e uil e dalla precedente giunta che si sono arrogati il diritto di scavalcare fraudolentemente il Consiglio Regionale. infatti la suddetta sentenza  sancisce: “l’incompetenza della giunta ad emanare l’impugnato regolamento”.
Per quale motivo nessun consigliere ha reclamato tale abuso, avallando la forzatura della giunta e della triplice sindacale?


Per quale motivo l’attuale giunta non ha revocato il regolamento in sede di autotutela?


Ora invitiamo il presidente Marrazzo ad adottare tempestivamente quei provvedimenti che ha dichiarato pubblicamente di voler prendere “nel caso in cui la magistratura rilevi comportamenti illeciti”.


 Cosi’, a causa di questo vergognoso e illegittimo regolamento di perequazione, la regione ha perpetrato un grave danno nei confronti della maggioranza dei suoi dipendenti  escludendoli dalla possibilita’ di carriera chi ne aveva veramente diritto ed ha prodotto decine di “finti” dirigenti, senza laurea e senza titoli che ricoprono incarichi dirigenziali spesso inesistenti, con l’aumento spropositato dei costi che sono passati dai 17 milioni ai 24 milioni di euro come rilevato anche dalla corte dei conti.


Oltre il danno all’erario, i lavoratori regionali hanno subito anche la beffa quando sono stati valutati nei concorsi per progressione verticale da una commissione composta in gran parte da quei dirigenti perequati, sprovvisti dei titoli adeguati, che ancora oggi compongono la nuova commissione per il prossimo concorso interno.


Il nostro sindacato ha ripetutamente invitato i rispettivi organi politici e sindacali a rivedere quel discutibile regolamento prima della sua attuazione. In seguito ha presentato alcune proposte per riequilibrare la situazione di indecente “sperequazione” che si era generata, senza trovare pero’ alcun riscontro.


    Ancora oggi purtroppo il segretario generale della cisl Regione Lazio, con la lettera del 16/04/08 indirizzata al presidente Marrazzo, contravviene spudoratamente all’etica sindacale di legalita’ e di difesa dei lavoratori  rinnegando il suo mandato di dirigente sindacale e di coordinatore delle RSU.

Infatti continua a difendere questo regolamento illegittimo, minacciando di togliere il sostegno sindacale alla Regione qualora esegua, come previsto per legge e come e’ logico che sia, la sentenza di un tribunale della repubblica italiana! per questo motivo  ne sollecitiamo le immediate dimissioni.


Constatiamo infine con soddisfazione che un gruppo politico della maggioranza ha preso finalmente una chiara posizione su questa vicenda,  difendendo i lavoratori che si battono da anni per denunciare il sistema di potere clientelare che si e’ impossessato della nostra regione, invitando esplicitamente questa giunta ad attenersi alla sentenza del tar senza dilazioni o tentativi di sanatoria.


La grande maggioranza dei lavoratori regionali e’ stanca di essere vessata ed utilizzata per legittimare il comportamento illecito che favorisce i privilegi dei soliti pochi noti. 

LA CARRIERA E’ UN DIRITTO PER TUTTI!